Capitolo 9.2

Attacchi massivi: reti di troll

Con la rete le aziende giocoforza si sono dovute aprire al confronto. Questo non è sempre costruttivo, alcuni profili o gruppi utilizzano questa inevitabile raggiungibilità per sferrare attacchi, anche organizzati. Ed ecco che entrano in gioco i “troll”, utenti anonimi che si inseriscono nelle discussioni online con fine di disturbo o manipolazione. Sono un effetto collaterale dell’evoluzione della rete. Capite bene come oggi sia facile creare delle azioni di disturbo o delle reti di influenza per attaccare un brand in modo strutturato. I troll devono il loro nome alla mitologia scandinava, dove sono rappresentati come piccoli demoni mistificatori, rozzi e irsuti che abitano le foreste. Diciamo che per lo meno ora non abitano le foreste. Rispetto agli albori della rete sono ora distinti in più tipologie. La prima è il disturbatore, soggetto reale singolo il cui scopo è scatenare la rabbia su terzi e impedire una conversazione civile. Tutto sommato è la categoria meno pericolosa. Su Facebook e Twitter, a causa di chissà quale confuso senso di invulnerabilità, sono spesso in chiaro, con il tempo il numero si ridurrà sotto montagne di richieste di danno.

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Andrea Barchiesi

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