Misurare la reputazione
Dopo aver definito lo spazio in cui la reputazione prende forma, introdotto il concetto di massa che caratterizza ogni punto di questo spazio e compreso che è possibile riorganizzare tutti i punti secondo un modello che sappia identificare delle dimensioni strategiche, ora è il momento della sintesi: riportare tutta questa complessità in un singolo segnale, una curva reputazionale misurabile, numerica che ci mostri i veri andamenti e ci abiliti a possibilità che altrimenti non possono essere viste. La semplificazione non è banalizzazione, anzi arricchimento, per arrivare a questo definiremo una nuova struttura che sia al contempo uno e molti.
Misurare ciò che è invisibile
Molto spesso la prima domanda che mi viene fatta durante lezioni o convegni è: ma davvero si può misurare la reputazione? In effetti, quando me lo chiedono, immancabilmente con quell’espressione che oscilla tra il curioso e lo scettico, mi perdo nel pensare quanto quasi tutto quello che conta sia invisibile e quanto invece noi siamo incapaci di considerarlo. Per fortuna il mio sguardo assente assomiglia a quello riflessivo e in genere torno sulla Terra prima che qualcuno se ne avveda. L’invisibile sfugge alle nostre menti antropologicamente sviluppate attorno al mondo fisico, richiede uno sforzo razionale per essere considerato e uno ancora maggiore per essere classificato e trovare delle modalità di misurazione. Di sicuro il primo passo per padroneggiare un qualcosa che non si vede è comprenderne i meccanismi, le regole di funzionamento. La gravità, per esempio, è invisibile ma agisce costantemente su ognuno di noi, non ne siamo consapevoli nella vita quotidiana e per gran parte della nostra storia ne abbiamo ignorato i meccanismi di base. Ma è la gravità alla base di tutto. Senza di essa non si accenderebbero le stelle, il nostro Sole e quindi la vita. Anche le onde elettromagnetiche sono in larga parte invisibili eppure hanno effetti molto tangibili e alla base della società tecnologica, grazie a queste per esempio telefoniamo/comunichiamo ogni giorno, abbiamo strumenti di diagnosi avanzata, sistemi radar, microonde e tantissime altre applicazioni. Le relazioni tra le persone non fanno eccezione, sono una forza invisibile che governa in modo profondo le dinamiche di mercato, politiche e sociali. La reputazione in tutto questo gioca un ruolo primario e, pur essendo anch’essa invisibile, ha dinamiche che stiamo provando a definire in modo sempre più preciso. Quindi sì, possiamo misurare l’invisibile a patto però di comprenderne il funzionamento e sviluppare degli strumenti appositi. Gli strumenti tradizionali non sono adeguati all’era digitale. La rete ha cambiato in modo profondo le dinamiche reputazionali rendendole globali, persistenti e accessibili. Questo è il punto di partenza. Dobbiamo, in questo nuovo scenario, partire dai dati presenti in rete e comprenderne l’impatto percettivo che potrebbero avere. Dietro questo condizionale c’è il mondo probabilistico che in questo momento metterei da parte. […]