Capitolo 8

Gestione delle crisi reputazionali

Gestione delle crisi reputazionali

Affronteremo ora uno dei temi più delicati, quello della crisi reputazionale. Questi eventi non sono affatto rari e sono molto spesso dei momenti rivelatori sulla reale importanza della reputazione e delle conseguenze fisiche del perderla. Quello che abbiamo finora definito un vasto lago placido diventa una massa in tempesta sferzando con una forza che non era immaginabile. Ma nell’Ingegneria Reputazionale come si trasforma il concetto di crisi? Sarà molto interessante tradurre questo concetto nello spazio dei dati e trovare assieme delle proprietà poco intuitive. Per arrivare a definire una forma della crisi e una intensità numerica molto simile a quella dei terremoti. Tutto questo ci offrirà degli strumenti nuovi e più adatti per affrontare le crisi reputazionali.

Dalla crisi alla permacrisi

Siamo ormai abituati a sentir parlare di crisi, economica, aziendale, sanitaria, climatica, politica fino ad arrivare a quelle dei personaggi famosi. Un tempo la crisi passava per i giornali e per la TV, per le proteste popolari, macrofenomeni che avevano poche strade per arrivare all’attenzione popolare. La rete ha cambiato del tutto questo scenario, il Data Space è un insieme di dati che fluisce in modo caotico, ogni soggetto può essere editore o lettore, partecipante o spettatore. Si sono moltiplicate a dismisura le fonti e si è perso il controllo. E tutto in rete resta. La conseguenza di tutto questo è che per un brand questa fluttuazione non è più occasionale come avveniva precedentemente, ma c’è un continuo e fisiologico rumore di fondo. Questo fenomeno può essere definito fluttuazione di fondo caratteristica. È caratteristica perché ogni brand ha la sua, dipende dal mercato, dal posizionamento e dalla sua massa reputazionale. La fluttuazione può essere calcolata numericamente grazie al tensore reputazionale, che ha al suo interno l’informazione di tutte le masse negative per ogni dimensione. Questa fluttuazione attraverso complessi processi può generare degli stati critici che emergono dal normale caos che caratterizza il Data Space. Si passa quindi da un concetto di crisi occasionale a uno stato persistente di crisi, grandi e piccole, la permacrisi. Tutto questo apre un’altra importante riflessione, siamo abituati a pensare in modo binario, per esempio visualizziamo un animale domestico in una stanza, un gatto, c’è o non c’è. Questa è una logica booleana. Nel 1965 Zadeh ha introdotto la logica fuzzy, cioè gli insiemi sfumati, in cui gli elementi hanno dei gradi di “essere”, delle sfumature. Per esempio, un neonato è giovane di valore 1, un diciottenne è giovane di valore 0,8 e un sessantacinquenne è un giovane di valore 0,4 (ho un po’ truccato gli ultimi numeri per sentirci meglio). In verità il concetto era stato già intuito da Cartesio e altri. Nella permacrisi si supera il concetto binario, di essere o non essere, ma si ha un grado di crisi in logica fuzzy. In sintesi, non ha più senso dire se c’è o meno una crisi ma definire qual è il livello di questa crisi. Questo apre al tema della misurazione degli impatti. La permacrisi è comunque una tendenza generale che abbraccia campi anche molto differenti, per esempio quello bellico, in cui si è passati dai grandi confronti sul campo a una serie di conflitti minori ibridi sparsi e continuativi. La permacrisi per un brand è tanto più rilevante quanto più è la massa del suo spazio relativo. È quindi una caratteristica fisiologica degli spazi massivi che abbiamo introdotto inizialmente. In uno scenario di permacrisi il brand non può trovarsi impreparato poiché non è più questione di se ma di quando. […]

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Andrea Barchiesi

Ingegneria Reputazionale

Comprendere, misurare e costruire la Reputazione