Abbiamo visto come la reputazione sia un qualcosa di inevitabile a cui non ci si può sottrarre. Un meccanismo inconscio che emerge spesso come forma di sensazione. Una previsione che rappresenta un vantaggio competitivo. C’è però un aspetto che ha conseguenze molto rilevanti: la reputazione non agisce in modo neutro ma è un sistema che è specializzato nell’identificare i rischi, non le opportunità. Genera allarmi per essere pratici. Riguardo a situazioni che potrebbero avere degli esiti indesiderati. Questo perché è un meccanismo che deriva dall’evoluzione, quindi mette al centro la sopravvivenza dell’individuo e di conseguenza della specie. Questo spiega perfettamente il detto cinese di Lao Tzu del IV secolo a.C.: “Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”. Un fatto negativo coglie la nostra attenzione, mille fatti positivi passano inosservati. La reputazione non è un meccanismo simmetrico. Sopravvaluta le informazioni negative e rischiose e sottovaluta quelle positive. In definitiva, agisce come una centrale rischi di una banca, sempre vigile su ogni transazione per alzare un allarme e inibire l’operazione. È tarata per cogliere in modo formidabile qualsiasi possibile criticità o pericolo.
Indice del libro
Massa reputazionale
4.1 Il relativismo della materia reputazionale
4.2 Spazio reputazionale
4.3 Massa reputazionale
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Misurare la reputazione
6.1 Misurare ciò che è invisibile
6.2 Il dato primitivo e strutturato
6.3 Dal dato alla massa
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