Costruire la reputazione – Ingegneria Reputazionale
Compito dell’Ingegneria Reputazionale è scolpire il mondo online e gettare le basi per una comunicazione basata sui dati e sui nuovi paradigmi. È in sostanza mettere ordine nel caos che governa la rete. Abbiamo detto che ogni contenuto è un segnale, un segnale inteso in modo matematico a cui sono associabili determinati parametri. Costruire una reputazione è come creare un edificio, si progetta esattamente come sarà prima di posizionare il primo mattone, non si mettono balconi o colonne a caso in corso d’opera. Non esiste una soluzione unica e, allo stesso tempo, non ce n’è una perfetta ma è uno spazio che consente di trovare tra quelle possibili quella che è ottima. Si apre una disciplina nuova che si fonda sull’analisi matematica e la teoria dei segnali. Verrà ridefinito il rapporto tra notorietà e reputazione.
L’ordine naturale è il caos
Abbiamo visto lo spazio dei dati, uno spazio enorme, in continua espansione, dove quasi tutto resta per un tempo indefinito. Qui ci sono informazioni su qualsiasi cosa sia di interesse, su di noi, sui brand, sui prodotti, fatti, città, nazioni e potremmo continuare. Accediamo a questi spazi attraverso i motori di ricerca e gli algoritmi di raccomandazione dei social network, è una visita guidata quella che connette i punti. Ma questo non deve farci pensare che vi sia un ordine concettuale, un filo o uno storytelling, questa idea è l’ennesima umanizzazione di processi che operano attraverso concetti diversi. L’ordine naturale dei contenuti in questo spazio è il caos. Un complesso sistema in ebollizione in cui emerge ciò che è tecnicamente più efficace o coglie maggiormente l’interesse, che come ormai abbiamo capito non è certamente un criterio di qualità. I legami vengono spezzati, i contesti frantumati, come osservato nei principi iniziali, si creano percorsi di perce-zione in base solo alla pertinenza e non in base a un concetto di coerenza di comunicazione. Se si comprendono i meccanismi alla base del funzionamento della rete è in realtà anche impensabile aspettarselo. Se per esempio nel contenuto non esiste un tag o una keyword riguardante il brand, non importa quanto sia ben scritto o sia coinvolgente, semplicemente gli algoritmi non lo riterranno pertinente. La perifrasi tanto amata da molti giornalisti si rivela inconsapevole e lezioso autolesionismo. Questo caos inteso come mancanza di un ordine concettuale superiore è la radice della questione, la comunicazione tradizionale non è pensata per incidere in questo tipo di mondo. L’Ingegneria Reputazionale nasce per ordinare tutto quello che esiste secondo precisi obiettivi valoriali e informativi. Immaginiamo un brand, ogni giorno nascono conversazioni e articoli, di cui non è più protagonista ma oggetto. Questo genera nuovi punti che competono tra loro su criteri di pertinenza, ottimizzazione e viralizzazione. Avremo una situazione in cui c’è uno spazio eterogeneo con zone a masse differenti, zone positive e zone negative con dei parametri numerici definiti e una curva primaria associata. Possiamo riformulare il problema del ricostruire una reputazione con quello di ristrutturare o flettere uno spazio associato. Inserendo in modo mirato nuovi punti di specifica massa possiamo modificare le traiettorie, generarne di nuove, ristrutturare lo spazio. Oppure che cosa accadrebbe, per esempio, se fossimo in grado di modificare alcuni punti esistenti? Potremmo alterarne addirittura la massa stessa. Stiamo portando nella “fisica” una materia che era astratta. Attenzione, però, che esattamente come con la materia ciò non significa che si possa operare senza limiti, ci sono delle regole da rispettare. Prima di procedere nel dettaglio con le tecniche di intervento dobbiamo enunciare dei principi alla base sia etici sia operativi. […]