Riteniamo di essere razionali e di affrontare i fatti con lucidità, di saperli vedere per quel che sono. Ci sopravvalutiamo. La crisi ne è la perfetta dimostrazione. In questi anni ho affrontato molti importanti eventi critici per le più importanti aziende e ognuna era diversa dall’altra ma una cosa è diventata nel tempo chiara: l’esplosione e l’intensità di una crisi non dipendono dalla gravità oggettiva di un fatto ma dalla sua percezione. Va riletta con calma poiché è razionalmente controintuitiva, non a caso, date le premesse. E le conseguenze sono ancora peggiori, se dipende solo dalla percezione entriamo in una terra che all’apparenza assomiglia a una sala bingo. Se poi non conta più l’oggettivo, una crisi può essere scatenata da eventi minori o addirittura da informazioni non reali ma percepite come tali. Eventi concreti, veri, falsi o su sensibilità particolari si fondono in esiti potenzialmente similari. Pensiamo al caso del pandoro di Chiara Ferragni, ha avuto una copertura mediatica per oltre tre mesi e una intensità paragonabile a un conflitto internazionale. E siamo su un piano oggettivo imparagonabilmente diverso.
Indice del libro
Massa reputazionale
4.1 Il relativismo della materia reputazionale
4.2 Spazio reputazionale
4.3 Massa reputazionale
Mostra tutti i paragrafi...
Misurare la reputazione
6.1 Misurare ciò che è invisibile
6.2 Il dato primitivo e strutturato
6.3 Dal dato alla massa
Mostra tutti i paragrafi...