I matematici, i fisici e gli ingegneri hanno un peccato inconfessabile. Quel tipo di peccato che nessuno direbbe vedendoli aggirarsi per le facoltà con le loro camicie di flanella e quel fare sempre stralunato e démodé. Sono sempre dieci anni in ritardo su ogni moda. Eppure il loro peccato è l’eleganza. Mi sembra ovvio che non stiamo parlando di quella fisica, che risulta evidentemente spesso emaciata, bianchiccia, sgualcita, ma di quella mentale. Una buona soluzione a un problema enorme, e questo è l’inconfessabile, deve essere elegante, semplice. Perché l’assoluto non può che essere così. E = mc2 ha una sua eleganza, una sua bellezza, governa l’universo tutto con solo due grandezze di cui una è una costante. L’assoluto è molto più appagante, esaustivo di un qualcosa di relativo. Ebbene anche io inconsapevolmente per anni ho cercato, giuro però non in flanella, un modello che descrivesse in modo assoluto la reputazione. Questo desiderio mi ha reso cieco di fronte all’evidenza, alla fine mi sono dovuto arrendere e ammettere quello che in fondo pensavo e non volevo accettare: la materia reputazionale è relativa. Uno stesso contenuto ha un valore reputazionale diverso in base al punto di vista che si sceglie nell’attuare l’analisi.
Indice del libro
Massa reputazionale
4.1 Il relativismo della materia reputazionale
4.2 Spazio reputazionale
4.3 Massa reputazionale
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Misurare la reputazione
6.1 Misurare ciò che è invisibile
6.2 Il dato primitivo e strutturato
6.3 Dal dato alla massa
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