Molto spesso la prima domanda che mi viene fatta durante lezioni o convegni è: ma davvero si può misurare la reputazione? In effetti, quando me lo chiedono, immancabilmente con quell’espressione che oscilla tra il curioso e lo scettico, mi perdo nel pensare quanto quasi tutto quello che conta sia invisibile e quanto invece noi siamo incapaci di considerarlo. Per fortuna il mio sguardo assente assomiglia a quello riflessivo e in genere torno sulla Terra prima che qualcuno se ne avveda. L’invisibile sfugge alle nostre menti antropologicamente sviluppate attorno al mondo fisico, richiede uno sforzo razionale per essere considerato e uno ancora maggiore per essere classificato e trovare delle modalità di misurazione. Di sicuro il primo passo per padroneggiare un qualcosa che non si vede è comprenderne i meccanismi, le regole di funzionamento. La gravità, per esempio, è invisibile ma agisce costantemente su ognuno di noi, non ne siamo consapevoli nella vita quotidiana e per gran parte della nostra storia ne abbiamo ignorato i meccanismi di base. Ma è la gravità alla base di tutto. Senza di essa non si accenderebbero le stelle, il nostro Sole e quindi la vita. Anche le onde elettromagnetiche sono in larga parte invisibili eppure hanno effetti molto tangibili e alla base della società tecnologica, grazie a queste per esempio telefoniamo/comunichiamo ogni giorno, abbiamo strumenti di diagnosi avanzata, sistemi radar, microonde e tantissime altre applicazioni.
Indice del libro
Massa reputazionale
4.1 Il relativismo della materia reputazionale
4.2 Spazio reputazionale
4.3 Massa reputazionale
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Misurare la reputazione
6.1 Misurare ciò che è invisibile
6.2 Il dato primitivo e strutturato
6.3 Dal dato alla massa
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